Curzio Rufo
Historiae Alexandri Magni
Liber VIII
IV - Alessandro ed il soldato assiderato
[...] Forte Macedo gregarius miles seque et arma male sustentans, tamen in castra pervenerat; quo viso rex, quamquam ipse tum maxime admoto igne refovebat artus, ex sella sua exiluit, torpentemque militem et vix compotem mentis demptis armis in sua sede iussit considere. [...][...] Per caso, un soldato semplice macedone, sorreggendo con difficoltà sé e le sue armi, giunse tuttavia all'accampamento; il re quando lo vide, nonostante stesse riscaldando le membra con un fuoco che gli avevano appena portato, saltò su dalla sedia e ordinò al soldato intorpidito e a stento padrone di sé di sedersi al suo posto. [...]
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